
Mi sono imbattuto in Una Casa a New York per caso, girovagando tra gli scaffali di una megalibreria della periferia di Roma.
E ho scoperto un eccellente scrittore.
Questo di Adam Gopnik è un volume imperdibile, che si colloca su un confine indefinito tra romanzo, inchiesta, diario e letteratura di viaggio. L'autore, un pò come accadde a Henry James (più volte citato nel volume) circa un secolo fa, torna a New York dopo un periodo di assenza nel quale ha vissuto a Parigi. Gopnik rientra nella City per scoprirla e riscoprirla e ce la racconta da un punto di vista molto personale, al tempo stesso realistico e romantico, giornalistico e filosofico. Ed è così che, a prescindere da dove ci troviamo, lo scrittore ci fa vivere a New York, ci fa sentire la città sulla pelle e nel cuore, grazie a piccole grandi storie di vita quotidiana, di incontri, di vita familiare, di bambini (suoi e non solo).
Gopnik, collaboratore del New Yorker dal 1986 è un osservatore acutissimo e un narratore efficace. Mescola aneddoti a filosofia, cronaca a cultura popolare, aspetti demografici a religione, sempre con originalità e senza mai annoiare. Pagina dopo pagina, respiriamo la splendida aria autunnale della città, partecipiamo a feste ebraiche, recite scolastiche, partite di baseball, trattiamo con vicini suscettibili, conosciamo la storia di locali jazz, di chef e ristoranti, alziamo gli occhi verso l'architettura per poi accorgersi che ci si vive dentro e riviviamo con un inedito punto di vista la tragedia di Ground Zero: "E' la città simbolica che ci attira qui, ma è la città reale che ci fa restare. Sembra difficile credere che la città andrà avanti, eppure è importante crederci, perché adesso sappiamo come sarebbe perderla, sarebbe perdere la vita stessa".
La New York che leggiamo is the city we love and that always turns out the original, new and evolving to be confirmed, if proof were needed, that there is always New York City - and much - to say, especially if you know how to write it.
The American title - Through the Children's Gate - it sounds very different from the Italian edition. Again, as often happens in Italy will tip the city in general, it is understandable, but I think it is worth quoting a passage from the book that refers to the original version: "We returned to New York in 2000 after years of separation , to cross the Children's Gate and set up home here, once and for all. the Children's Gate - the gate of the children - there is seriously it really is possible to cross it. It is the entrance to Central Park which is located at the crossroads of 76th Street and Fifth Avenue. "
confess that in my trip to New York I had never noticed the names of the various inputs of Central Park, the next time I will and I also will come in that poetic passage of children.
a house in New York
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